Nato a Sant’Andrea di Badia Calavena nel 1921, dopo gli studi classici si diplomò alla Farnesina di Roma nel 1940. Interruppe l’università a causa della Guerra che lo portò a combattere come sottotenente sul fronte Jugoslavo, dove fu fatto prigioniero ed internato in un campo di concentramento in Germania.

Rimpatriato, alla fine della guerra, si dedicò all’insegnamento nella piccola scuola elementare del paese natio che chiamò “Piccola Europa” e dove attuò, per primo in Italia, un nuovo metodo didattico basato sulla stampa a mano di componimenti poetici. Tra gli illustri autori coinvolti vi furono Leonardo Sinisgalli che lo incoraggiò e lo sostenne nell’avventura pedagogica e Salvatore Quasimodo (Premio Nobel per la letteratura nel 1958) che gli fece vista a Sant’Andrea quale segno di apprezzamento e ringraziamento.

Giornalista pubblicista dal 1950, ebbe modo di contribuire notevolmente allo sviluppo della montagna veronese sia come presidente della Pro Loco “Val d’Illasi”, sia ricoprendo la carica di sindaco di Badia Calavena per tre mandati, di vicepresidente della Comunità Montana della Lessinia e di componente del direttivo del Bacino Imbrifero Montano dell’Adige.

Attivo collaboratore del professor Gino “Gibe” Beltramini (giornalista e letterato studioso della Bassa), diresse l’inserto mensile “Montagna Veronese” e la casa editrice “Corev”. Fondò inoltre la rivista “Ljetzan-Giazza” e ne curò le edizioni nell’arco della sua evoluzione fino a “Terra Cimbra”.

Fu uno dei principali fondatori del “Curatorium Cimbricum Veronense” e strenuo assertore della sua funzione, per il quale prodigò attenzioni e cure. Fondatore della Associazione Culturale Folkloristica “I Trombini di San Bartolomeo delle Montagne” ebbe il merito di riscoprire e portare a nuova vita la perduta arte dello sparo dei Trombini, come ricorda una targa del museo a lui dedicato a San Bartolomeo delle Montagne.

Spinto dall’amore per la poesia entrò a far parte del Cenacolo di poesia dialettale di Verona. Divenuto presidente nel 1976 si prodigò nel promuovere iniziative ed opere tra gli iscritti per dimostrare l’importanza del Cenacolo e dei sui poeti nello sviluppo della cultura locale e regionale.

Decorato con l’onorificenza di Cavaliere Ufficiale nel 1968 e poi con quella di Commendatore nel 1972, morì colpito da male incurabile nell’aprile del 1983.